Questione di Stile

Published on Gennaio 27th, 2016 | by Il Birrafondaio

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Questione di Stile – Le Italian Grape Ale

Da tempo l’Italia era in cerca di un proprio stile birrario riconosciuto a coronamento di tante sperimentazioni e dello sforzo profuso negli ultimi anni verso una crescita nel settore della birra artigianale.
Ebbene oggi qualche passo in avanti (seppur minimo), in tal senso, si è fatto!
Qualche mese fa il Beer Judge Certification Program (BJCP), organizzazione no profit nata in America nel 1985 con l’obiettivo di formare e certificare giudici e degustatori birrai, ha pubblicato la nuova edizione delle Beer Style Guidelines, una sorta di guida agli stili delle birre che, dopo 7 anni dall’ultima release, ha presentato importanti novità per il mondo della birra artigianale italiana.
Per la prima volta nella storia brassicola italiana, infatti, nell’appendice B numero X3 tra i “local styles” è stata inserita anche l’Italian Grape Ale, definita come “una Ale italiana caratterizzata da diverse varietà di uva, talvolta leggera, talvolta complessa”.
L’Italian Grape Ale, sebbene non considerata ancora uno stile ufficiale e sebbene non vi sia certezza della sua nascita in Italia, è prodotta ormai in molti birrifici italiani facendone rilevare di diritto la paternità al Belpaese anche per via della nostra lunga tradizione vinicola.
Questa birra è infatti una birra ottenuta dall’unione di malto con uva o mosto d’uva e, come riporta la guida del BJCP, può “rappresentare l’espressione di appartenenza al territorio, biodiversità e creatività del
birraio”.
Per quanto riguarda l’aroma, il BJCP riporta che il carattere dell’uva (mosto o vinoso) deve essere presente, ma variare da un’intensità leggera a media. Diverse varietà di uva possono contribuire in maniera differente sul profilo aromatico. Ulteriori sfumature fruttate, come quelle tropicali o di frutta rossa, provenienti dalla fermentazione sono comuni, mentre le note tostate o di cioccolato sono inappropriate.
Alcuni toni aciduli sono comuni e possono aumentare la bevibilità, ma non devono essere preminenti come nei Lambic o nelle Flanders Red Ale. Aromi di quercia, accompagnati da note terrose o di aia derivanti dall’affinamento in legno possono essere presenti, ma non dovrebbero essere predominanti.
Per quanto riguarda gli ingredienti si parte da una base di malti chiari, in genere si utilizza il Pils con alcune aggiunte di malti speciali, mentre possono essere utilizzate varie tipologie di luppolo anche se non è un carattere dominante di questo tipo di birra. Il contenuto di uva (o mosto d’uva) può rappresentare anche il 40% del grist (o di aggiunta) e può essere utilizzato in diverse fasi: in bollitura, in fermentazione, o per l’invecchiamento.
Per concludere, anche se le Italian Grape Ale non rappresentano uno stile ufficiale, aprono la strada alla cultura brassicola del nostro paese verso lo scenario mondiale della birra artigianale.

 

 

Articolo presente nella nostra Rivista “Il Birrafondaio” Anno 2 Numero 7

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