Published on Maggio 20th, 2016 | by Il Birrafondaio
0“Pint of science”: parlare di scienza al pub
Tre giorni per portare i grandi temi della ricerca scientifica in un contesto completamente diverso da quello un po’ ingessato e formale dei convegni e delle università. È questo l’obiettivo principale di “Pint of Science” un’iniziativa internazionale organizzata in diversi Paesi del mondo dal 23 al 25 maggio. La “costola” italiana del progetto, l’Associazione Culturale No-Profit Pint of Science Italia, ha organizzato incontri in dieci città italiane (ilano, Genova, Trento, Siena, Roma, Napoli, Palermo, Pisa, Pavia, Torino) grazie alla collaborazione con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Inf), 3D Quest (Quantum Integrated Optical Simulation, gruppo di ricerca dell’Universita’ di Roma La Sapienza) e Istituto Pasteur Italia (Fondazione Cenci Bolognetti).
Questi appuntamenti rappresentano senza dubbio un’occasione importante per fare divulgazione scientifica, dando la possibilità agli esperti di spiegare il loro lavoro, spesso agli occhi di un profano oscuro e complesso, e ai non addetti ai lavori di scoprire un mondo sconosciuto attraverso le domande e il confronto. Il tutto accompagnato da una buona birra.
Al centro degli incontri alcuni dei temi più dibattuti e attuali del mondo scientifico, divisi in sei aree tematiche: Beautiful Mind (neuroscienze, psicologia e psichiatria), Atoms to Galaxies (chimica, fisica e astronomia), Our Body (biologia umana), Planet Earth (scienze della terra, evoluzione e zoologia), Tech Me Out (tecnologia e computer), Social Sciences (legge, storia e scienze politiche).
Il progetto è nato dall’idea di due ricercatori dell’Imperial College di Londra, Michael Motskin e Praveen Paul, che nel 2012 diedero vita a “Meet the researchers”, un evento nel corso del quale alcuni malati di Parkinson, Alzheimer, malattia del motoneurone e sclerosi multipla, potevano andare nei loro laboratori a vedere quale tipo di ricerca facessero. Il risultato di questa iniziativa fu estremamente positivo sia per i malati che per gli stessi ricercatori. Questo portò i due ad una riflessione: se le persone vogliono entrare nei laboratori e incontrare i ricercatori, perché non portare i ricercatori fuori ad incontrare le persone? E così nacque Pint of Science.