Published on Dicembre 27th, 2016 | by Il Birrafondaio
0De Dolle – Stille Nacht 2016
Articolo tratto da Una Birra Al Giorno
Apriamo le danze della stagione natalizia 2016 con la birra il cui arrivo autorizza ogni birrofilo ad esclamare: “adesso è Natale!”. Parliamo della Stille Nacht del birrificio belga De Dolle guidato dal dio (o dal pazzo, a seconda dei punti di vista) Kris Herteleer che, per chi ancora non la conoscesse, cerco di ospitare sul blog quasi tutti gli anni per rispettare la tradizione. L’anno scorso l’ho mancata, ma qui trovate l’edizione 2009 (bevuta nel 2013), quella 2013 e quella 2014; un tentativo di ricostruire la sua storia l’avevo fatto in una di quelle occasioni.
Ai novizi devo anche ricordare che questa è una delle (poche) birre che vale la pena mettere in cantina e aprire nel corso degli anni a venire; ma se decidete di percorrere questa affascinante strada, sappiate che ci sono pochissime certezze: è una birra imprevedibile, che rispecchia il suo creatore. Impossibile non citare Kuaska: “ogni millesimo di questa birra ha un qualcosa di magico ed un percorso diverso, e nonostante tutti gli sforzi dettati dall’esperienza, difficilmente classificabile. Può capitare un’annata che, giovanissima, appaia francamente deludente, facendoci dubitare sul lavoro di De Dolle e che, dopo pochi mesi o qualche anno, si schiude come una bellissima farfalla dalla sua crisalide. E viceversa, Stille Nacht battezzate dagli esperti come capolavori assoluti che durante la maturazione perdano verve senza confermare le promesse di lunghissima vita e di gemma assoluta”.
Il consiglio è sempre quello di acquistarne sempre più di una bottiglia; consumate il rito di berne una fresca, per celebrare l’arrivo del Natale e prendete qualche appunto. Mettete le altre in cantina e di tanto in tanto stappatene una confrontando quello che avete nel bicchiere con i vostri appunti di mesi o anni prima. Sarà un’esperienza molto divertente e ricompensante.
La birra.
Anche quest’anno il millesimo è impresso sul tappo e non in etichetta, cambiamento se non erro introdotto nel 2010. Bottiglia di uno dei vari lotti 2016 che desta qualche preoccupazione all’apertura. Quasi nessun rumore al momento dello stappo, schiuma biancastra che fatica a formarsi: ne appaiono circa due dita, un po’ grossolana e dalla scarsa persistenza. Anche l’aroma non è quello che ti fa apparire il sorriso sulle labbra (confrontatelo con una delle annate precedenti citate sopra): intensità piuttosto bassa nella quale si scorgono il dolce dei canditi e dello zucchero, l’aspro della mela e dell’uva acerba, c’è addirittura una lieve punta acetica, leggerissima ma innegabile. Ma la Stille è una birra che ama stupirti, e dopo qualche minuto di presenza nel bicchiere ecco emergere una sorprendente freschezza di pesca, forse ananas, che ti riporta alla mente una Dulle Teve in formissima. Le poche bollicine le tolgono un po’ di vitalità e le asperità della sua giovinezza sono evidenti anche al palato; biscotto appena speziato, miele, canditi e poi ecco l’asprezza della mela acerba o “immatura”, se preferite. La piccola meraviglia dell’aroma ritorna anche in bocca: ti trovi di fronte ad una birra molto alcolica (12%) che presenta un’inattesa freschezza data da una lieve acidità e da un frutto fragrante che suggerisce quasi il tropicale, ananas in primis. Un punta terrosa d’amaro in fondo, quasi sul confine del fenolico-medicinale e poi finalmente un’esplosione di calda frutta sotto spirito e canditi nel retrogusto. Asperità e dolcezze, carezze e scaramucce, imprecisioni e piccole epifanie: la giovane Stille Nacht 2016 trova la sue contraddittorie ragioni d’essere anche nelle imperfezioni di una bottiglia attualmente non molto in forma. Al solito, non resta che metterla in cantina e affidarla al tempo: solo lui saprà dirci, nel corso degli anni, se da questa crisalide uscirà lentamente una splendida farfalla
Formato: 33 cl., alc. 12%, lotto 2016, scadenza non riportata, prezzo indicativo 5.00/6.50 Euro (beershop Italia)
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.