Published on Marzo 18th, 2015 | by Il Birrafondaio
0Accise, “FiscAle”: la birra che paghi due volte. AssoBirra lancia la campagna #rivogliolamiabirra
Una birra in edizione speciale dallo slogan che lascia perplessi: “la birra che paghi due volte”. È la “FiscAle” la provocazione lanciata da AssoBirra, l’associazione degli industriali del settore birrario, per sensibilizzare opinione pubblica e mondo della politica sull’alto livello di tassazione che colpisce, unica tra le bevande da pasto, la birra.
Nel corso di un incontro “itinerante” tra la Taverna Capranica di Roma e Piazza Montecitorio, Il presidente dell’associazione Alberto Frausin ha rilanciato, con l’hastgag #rivogliolamiabirra, una campagna che ha l’obiettivo di portare a livelli più sostenibili una pressione fiscale che tra accise e IVA ha raggiunto il 50 per cento.
Ed evidentemente su questo tema c’è bisogno di sensibilizzare l’opinione pubblica, dato che secondo un’indagine Doxa, soltanto il 27% degli italiani sa che le accise vengono applicate alle bevande alcoliche, mentre quasi nessuno sa di pagarle quando beve una birra (5%).
Per questo la scelta di creare la “FiscAle” e di distribuirla in abbinamento con un curioso gadget: “E’ la prima birra mai prodotta dalla nostra Associazione. E’ una “limited edition” e avrà un gusto “piacevolmente amarognolo” – spiega Frausin -, perfetto per abbinamenti con piatti strutturati e difficili da digerire… come le accise! Inoltre abbiamo pensato ad un gadget speciale da affiancare a questa birra, un vero e proprio oggetto simbolo della campagna: una bottiglia tagliata a metà, che servirà a ricordare a tutti che metà della birra che comprano la beve il consumatore, mentre l’altra metà va al fisco… insomma, abbiamo scelto un modo divertente per farlo, anche se stiamo parlando di una cosa assolutamente seria!”.
Nel contesto italiano, ma anche nel quadro europeo, quello della birra è un caso particolare: “Stiamo parlando dell’unica bevanda da pasto con questo tipo di tassazione – sottolinea il presidente di AssoBirra – nonostante faccia parte delle abitudini di trenta milioni di italiani. Non credo che ci sia una volontà di penalizzarci, ma di fatto è quello che accade. Tra Iva e accise abbiamo subito cinque aumenti in 18 mesi a fronte di consumi sostanzialmente stabili da 10 anni a questa parte”. Il parallelo con gli altri Paesi europei non fa sorridere: “Siamo il Paese che consuma meno birra e quello che la tassa di più – ha insistito Frausin -. Germania e Spagna, ad esempio, hanno una pressione fiscale sulla birra pari a un terzo della nostra”.
Nonostante questi presupposti, il sostegno di circa cento parlamentari di diversi partiti e a fronte della modesta entità del gettito generato dall’ultimo aumento dell’accisa, circa 70-80 milioni di euro, al momento non sembra ci sia la volontà politica di cambiare la situazione.
Per questo AssoBirra rilancia la raccolta firme e nella giornata di oggi ha allestito una postazione di fronte al Parlamento, dove l’incontro di questa mattina si è concluso con un il lancio, da parte di un gruppo di presenti, di oltre 200 palloncini con la scritta #rivogliolamiabirra.