Published on Novembre 21st, 2014 | by Il Birrafondaio
0Barfly – Moscone da bar
Ciak si Birra è una rubrica che prova a studiare la birra nel cinema seguendone l’evoluzione del consumo, l’impatto sociale, il significato, non necessariamente profondo, delle scene nelle quali la nostra amata è coinvolta.
Studiare per conoscere, apprezzare e comprenderla oltre il colore, schiuma, sapore, per sentirla oltre i sensi, con la mente; così, gustando film dopo film, sorseggiandone le scene, con un pizzico di felicità in più, quello che ti da la conoscenza.
Trama
Barfly – Moscone da bar (Barfly) è un film del 1987, scritto da Charles Bukowski e diretto dal regista francese Barbet Schroeder. Il film, prodotto da Francis Ford Coppola e dallo stesso Barbet Schroeder, vede la partecipazione di Mickey Rourke nel ruolo di Henry Chinaski, alter-ego di Bukowski, di Faye Dunaway e dello stesso scrittore in un cameo come cliente di un bar.
Henry Chinaski è uno scrittore ubriacone che tutte le sere fa a botte con Eddie, il barista del “The Golden Horn”, il bar sotto casa. Una sera riesce a batterlo e questi non gli vuole più servire da bere. Henry allora va in un altro bar, dove fa conoscenza con Wanda, un’ubriacona. Wanda, che si fa mantenere da un vecchio ricco innamorato di lei, porta Henry a casa sua e decidono di vivere insieme. Per mantenerla, Henry decide di cercare un lavoro, ma non ha successo. Inoltre scopre che Wanda ha passato la notte proprio con Eddie. I due litigano e Wanda se ne va, per poi tornare poco dopo. Il giorno successivo tocca a lei andare a cercare lavoro, mentre Henry riceve la visita di Tully, una giovane e bella donna proprietaria di una rivista letteraria. Tully dà a Henry cinquecento dollari per un suo racconto che vuole pubblicare e lo porta nella sua lussuosa villa. I due si ubriacano e passano la notte insieme. Tully si è innamorata di lui e gli offre di vivere con lei, ma Henry si rifiuta di vivere in quella “gabbia dorata”, dicendo che ha bisogno di stare nella strada. Henry torna da Wanda e con i soldi del racconto vanno a festeggiare al Golden Horn, dove offrono da bere a tutti. Al locale arriva Tully che viene pestata da Wanda.
Riflessioni
Penso sempre con piacere a quest’opera di Charles Bukowski, molto biografica, molto intensa, molto importante per le generazioni fra gli anni ’70 e ‘90 e, divenuto film, magistralmente diretto dal regista Schroeder, una delle trasposizioni letterarie veramente riuscite.
Definire, raccontare, fotografare l’immenso mondo di Bukowski in una pellicola cinematografica non è proprio uno scherzo dato lo spessore del personaggio.
Il regista ci riesce fondendo elementi importanti come il protagonista Mickey Rourke, unico attore in grado di presiedere perfettamente al ruolo, perché sostanzialmente parte integrante della sua personalità, sfiorando attimi di recitazione magistrale nelle scene dei dialoghi sia nel bar sia con la protagonista femminile, in grado di farti sentire ebbro anche con i soli movimenti del corpo.
Altro elemento che contribuisce alla riuscita dell’opera, è la sceneggiatura, affidata allo stesso autore del romanzo, che, naturalmente ricrea l’atmosfera dominante della sua vita, l’alone dell’essere perennemente ubriaco miscelato con le cose di ogni giorno, con le riflessioni profonde del proprio io, con la perenne ricerca della libertà, sia interiore che propriamente dalla società.
La ricerca, attraverso l’alcol, di un mondo che solo Bukowski poteva prospettare, arrotolandosi nella vita cercando indizi sul perché della stessa.
Si, scorre tanta birra in questo film, tanta birra molto alcolica, ma possiamo affermare che questa birra è veramente d’autore!!!
Per chi ha letto il libro, per chi conosce l’autore, assolutamente da non imitare (O Forse si?!?).