Published on Aprile 5th, 2016 | by Il Birrafondaio
0Birra Perugia: Intervista doppia ai vincitori di Birra dell’Anno 2016
Oggi noi de “Il Birrafondaio” abbiamo deciso di regalarvi una bella intervista.
In realtà è doppia perchè, in anteprima, questa volta abbiamo intervistato i vincitori freschi freschi del concorso Birra dell’Anno 2016.
Due giovani (almeno anagraficamente) che hanno saputo dar lustro ad una Fabbrica che vanta la sua prima apertura nel 1875.
Godetevi questa bella intervista
LUANA MEOLA |
LUCA MAESTRINI
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Età: Non è una domanda da fare ad una donna. |
Età: 31
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Che ruolo hai nel birrificio? Socia – Birraia. |
Che ruolo hai nel birrificio?
Birraio. |
C’è una birra che ti ha fatto innamorare di questo mondo? Mi sono innamorata di questo mondo in realtà perché ho scoperto con mio piacere che ci sono innumerevoli birre di cui innamorarsi. |
C’è una birra che ti ha fatto innamorare di questo mondo? |
Il tuo stile preferito? Mi piacciono le Ale inglesi, preferibilmente quelle di bassa gradazione, beverine e non estreme, non a caso quelle che produciamo. |
Il tuo stile preferito? English Bitter, adoro le birre a bassa gradazione alcolica ma con carattere. |
Quale tra le birre del vostro birrificio è la tua preferita e perché? Difficile scegliere tra le nostre “bimbe”, ognuna ha una sua storia da raccontare. Sicuramente la Calibro 7 ha avuto una lunga gestazione prima di venire alla luce e poi per simbiosi l’Isterica eheh. |
Quale tra le birre del vostro birrificio è la tua preferita e perché? Il mio legame con le nostre birre è stagionale e a volte va in base all’umore. Adesso, per esempio, con l’arrivo della primavera cosa c’è di meglio che una Calibro 7 o l’ultima nata Birra Perujah (Session IPA)? |
Cosa ti ha portato a scegliere di fare della birra il tuo lavoro? In questo mondo non si parla di lavoro, ma di passione, è quello che forse lo rende così unico. Pensare al birrificio e alla birra come ad uno stile di vita e non solo come ad un lavoro. |
Cosa ti ha portato a scegliere di fare della birra il tuo lavoro?
Ho avuto la grande fortuna di intraprendere un percorso di studi che man mano alimentava la mia curiosità in ogni aspetto che riguardava la produzione di questa fantastica bevanda, in più la possibilità di realizzare qualcosa che io amo e che la gente apprezza (sperando ogni volta di riuscirci). |
Quale è stato il tuo primo pensiero quando hai saputo di aver vinto il premio di birrificio dell’anno? Perché abbiamo vinto il premio come birrificio dell’anno? Ancora non ci credo, è stata un’emozione inaspettata ma che ha compensato tutti i sacrifici che abbiamo fatto e facciamo tutt’ora. |
Quale è stato il tuo primo pensiero quando hai saputo di aver vinto il premio di birrificio dell’anno? |
Il tuo prossimo obiettivo per Birra Perugia? Sicuramente mantenere il nostro livello di impegno, costanza e qualità. Nel contempo cercare di migliorarsi sempre e diffondere la cultura della birra artigianale nel nostro territorio. |
Il tuo prossimo obiettivo per Birra Perugia? Riuscire a mantenere la fiducia delle tante persone che hanno creduto in noi fino ad oggi e magari stupire i più scettici. |
LA STORIA
La storia della birra a Perugia ha radici antiche e vanta un passato prestigioso. Una delle pietre miliari di questa nobile tradizione fu posta nel 1875, anno di fondazione della Fabbrica della Birra Perugia ad opera di Ferdinando Sanvico, arrivato giovanissimo in città dalla Lombardia.
Si tratta dunque di uno dei primi birrifici sorti in Italia, insieme ad altri marchi storici come Wuhrer a Brescia, Forst a Merano, Dreher a Trieste, Peroni a Roma, Paszkowski a Firenze. In quegli anni l’azienda aveva sede in alcuni locali di palazzo Silvestri, nella centrale via Baglioni, vicino ai depositi di neve ubicati nei sotterranei della Rocca Paolina e utilizzati all’epoca come primordiali frigoriferi per la maturazione e la conservazione della birra, fatta in appositi fusti di rovere.
La birra alla spina si spillava con impanti in legno di ciliegio, raffreddati con il ghiaccio, mentre la distribuzione veniva fatta grazie a carretti trainati da poderosi cavalli maremmani. Non di rado le consegne alla drogheria – ristoro della stazione ferroviaria e alle poche osterie di Fontivegge venivano effettuate con un carretto a mano. Un viaggio di ben 5 chilometri!
Nei primi del Novecento la fabbrica raggiunse una produzione significativa e la birra veniva distribuita su tutto il territorio dell’Italia centrale. La sede venne così trasferita nei più ampi locali di via Oradina (oggi via Bartolo) che si estendevano attraverso le cantine che dal teatro Turreno si spingevano fin sotto piazza Piccinino. Il tutto fino al 1927 quando Birra Perugia cessa la propria attività.
All’inizio degli anni Duemila un gruppo di amici, innamorati della birra e delle proprie radici, comincia a progettare la “rinascita” del birrificio, con l’obiettivo di restituire alla città la sua birra e rendere contemporaneo un prestigioso pezzo di storia. Dopo anni di studi, ricerche, tentativi e sacrifici, la Fabbrica della Birra Perugia è di nuovo realtà.