Published on Novembre 11th, 2014 | by Il Birrafondaio
0La Storia della Birra/2 – GRECI E LATINI
Come abbiamo visto nello scorso numero, la birra ha attraversato la storia dell’uomo fin dagli albori della civiltà.
I Babilonesi condannavano a morte chiunque la allungasse con acqua, per gli Egizi era una bevanda divina. Inevitabilmente questa bevanda si diffuse successivamente nell’area del Mediterraneo, raggiungendo prima la Grecia e quindi Roma.
Nel mondo ellenico la bevanda alcolica per eccellenza era senza dubbio il vino, prodotto e consumato in grande quantità, mentre la birra era prevalentemente importata dall’Egitto e dal Medio Oriente. Tuttavia era di fatto la “bevanda ufficiale” delle Olimpiadi, dato che il vino era proibito agli atleti durante le competizioni, ed era bevuta in quantità nel corso delle celebrazioni della dea Demetra, protettrice delle messi e dei cereali.
Nonostante il fatto che la parola birra derivi proprio dal latino bibere, nella Roma antica questa era prevalentemente considerata una bevanda per plebe e barbari, paragonabile, secondo Tacito, addirittura al vino andato a male. Per questo era diffusa più nelle province dell’impero, soprattutto in Spagna e Francia, che non a Roma o in Italia.
Proprio in quelle zone era nata la “cerevisia” che, come racconta Plinio il Vecchio nella sua “Storia della natura”, era diffusa nell’impero insieme alla zythum egiziana. Lo scrittore latino racconta poi come a Roma la birra fosse prevalentemente utilizzata per la cosmetica e la medicina, piuttosto che come bevanda.
Allo stesso tempo però, sappiamo che questa bevanda era arrivata anche alla corte degli imperatori: Nerone ne era un buon consumatore, tanto che avrebbe fatto portare nella capitale dell’impero uno schiavo lusitano noto per le sue doti di mastro birraio.
Nei secoli successivi anche in altre zone dell’impero in cui la coltivazione della vite risultava più difficile, come la Germania, la produzione di birra si diffuse e consolidò aprendo nuove strade all’evoluzione delle tecniche brassicole.
Articolo presente nella nostra Rivista “Il Birrafondaio” Anno 1 Numero 2