Published on Febbraio 17th, 2015 | by Il Birrafondaio
0Micro-Maxi, ma quanto producono i microbirrifici italiani? I dati di UnionBirrai e Coldiretti
Ottocentocinquanta tra microbirrifici, brew pub e beer firm per circa 500 mila ettolitri di birra prodotta all’anno. Sono i numeri della birra artigianale italiana secondo i dati di UnionBirrai, diffusi oggi nel corso della giornata “Micro-Maxi: i mille volti della birra” organizzata a Roma dal Corpo Forestale dello Stato.
Nel corso del suo intervento, Alessio Selvaggio, che rappresentava l’associazione, ha presentato alcune delle cifre raccolte da UnionBirrai e si tratta di dati certamente interessanti, in positivo e in negativo.
Se da una parte si registra una crescita vertiginosa del numero di produttori, parzialmente “gonfiato” dal fenomeno delle beer firm, dall’altra la media produttiva rimane molto bassa, 700 ettolitri l’anno, e solo quattro superano i 10 mila ettolitri. Non a caso più del 45 % dei produttori ha un fatturato che non supera i 100 mila euro all’anno.
Insomma si contano sulle dita di una mano quelli che hanno fatto il “salto” di qualità, stiamo parlando ovviamente solo dal punto di vista produttivo ed imprenditoriale, e anche questi “big” hanno numeri ancora modesti rispetto al panorama italiano, per non parlare di quello internazionale. Per quasi tutti gli altri si tratta di un lavoro che richiede tempo, passione ed energie, ma che ancora non offre grandi prospettive di crescita.
Nella stessa giornata anche Coldiretti, presente all’appuntamento romano, ha reso pubblici alcuni dati sul settore e non sono proprio gli stessi. Secondo l’organizzazione degli agricoltori i microbirrifici italiani sono circa 600, e questo ci potrebbe anche stare se si escludessero brew pub e beer firm, in grado di produrre 300 mila ettolitri in dodici mesi. E qui il conto non torna: mancano all’appello 200 mila ettolitri. La distanza tra le cifre è decisamente impotante, soprattutto se si considera che le due sottocategorie che potrebbero essere state escluse dalla conta rappresentano nella quasi totalità dei casi le realtà più piccole.
Se sia troppo “generosa” la stima di Unionbirrai o troppo “avara” quella di Coldiretti non è dato sapere, ma la sostanza non cambia: per il mondo della “craft beer” italiana la strada è ancora molto lunga.